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22 ottobre 2020
Giovedì 22 ottobre 2020 si è svolta una breve cerimonia di consegna del nuovo apparecchio di Laserterapia all’Ambulatorio di Terapia del Dolore e Cure Palliative di Gorizia.
Tale apparecchio è il frutto di una donazione cittadina, iniziata nel dicembre del 2019 con un concerto dell’Orchestra Fil(m)armonica di Mossa al Teatro Verdi di Gorizia e poi proseguita nei mesi successivi tramite le spontanee donazioni di una molti pazienti e simpatizzanti dell’Ambulatorio, aiutata da alcune elargizioni a memoria di Armando Brotto, Francesca Camarda ed infine completata dal Circolo Sardi e dal Rotary Club di Gorizia.
La luce laser è utilizzata per scopi antalgici, antinfiammatori, miorilassanti, antiedema e biostimolanti nelle principali e più diffuse patologie osteoarticolari, muscoloscheletriche, nei dolori neuropatici e nel trattamento delle cicatrici, potendo essere impiegata in qualunque parte del corpo.
In particolare, il nuovo manipolo a diodi in dotazione utilizza una forma di laserterapia innovativa che si basa sull’utilizzo contemporaneo e sincronizzato di due lunghezze d’onda, una continua e l’altra pulsata, in modo da potenziare gli effetti terapeutici, garantendo un adeguato potere di penetrazione, accelerando ulteriormente i tempi di guarigione. Il software consente di utilizzare i più giusti parametri di potenza, penetranza e pulsazione in base alle sedi da trattare e al tipo di patologia sottostante.
L’applicazione manuale da parte del personale dedicato, consente di effettuare una terapia mirata e personalizzata ai reali bisogni del paziente e il paziente stesso contribuisce direttamente ad indicare, istante per istante, le aree su cui concentrare gli effetti terapeutici.
L’apparecchio è dotato inoltre della possibilità di eseguire laserpuntura in modo da attuare agopuntura e soprattutto auricoloterapia con stimolazione laser, quale metodica di rinforzo alle precedenti applicazioni.
29 aprile 2020
Donazione di 1000 mascherine chirurgiche al Comune di Gorizia.Donazione di 1000 mascherine chirurgiche al Comune di Gorizia.
Il Rotary Club di Gorizia ha ricevuto i ringraziamenti del Sindaco di Gorizia dott. Ziberna come da comunicazione che abbiamo il piacere di pubblicare sul nostro sito. Siamo felici per il contributo portato dal nostro Club che ha contribuito al sostegno della nostra città in un momento così difficile.
21 aprile 2020
Dal Rotary Club di Gorizia 500 mascherine del tipo FFP2 vengono donate a sostegno dell'impegno dell'Ospedale di Gorizia per la lotta al Coronavirus, la consegna avviene direttamente al Direttore Generale dell'Ospedale.
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3.12.2019 Visita del Governatore del Distretto 2060 Massimo Ballotta
PROCESSO E VERITA’
Gorizia, 15 gennaio 2019
Processo e verità, sembrerebbe quasi una dicotomia. Eppure è proprio attraverso i processi che si dovrebbe giungere a stabilire la verità. Ma è sempre così? La verità processuale corrisponde sempre esattamente alla verità sostanziale?
Su questo tema la dottoressa Teresa Angela Camelio si è misurata in oltre 30 anni di carriera. Oggi è a capo della Procura di Biella, e si avvale di esperienze in numerosi incarichi di grande rilievo, anche internazionale. La dottoressa Camelio si è occupata di truffe internazionali sul petrolio, confische ai danni di organizzazioni criminali, cybercrimine e dal 2012 è rappresentante italiano all'Alta Corte di Giustizia dell'Aja. Nel 2015 è stata coordinatrice di un'operazione che ha coinvolto le polizie di mezza Europa portando all'arresto di 17 jihadisti. Nel 2000 diventa consigliere della della Suprema Corte. Nel mezzo molti incarichi in Toscana (Livorno, Firenze e Pisa), poi Parigi, dove è stata docente all'Ècole Nationale de la Magistrature e giudice di collegamento per l'Italia. Tra fascicoli più delicati e complessi su cui ha lavorato nel corso della sua permanenza in terra francese figura quello sull'estradizione della terrorista Marina Petrella, il caso relativo alla tragedia di Ustica, l'interrogatorio del terrorista internazionale Carlos, che ha fornito una versione personale sull'attentato alla stazione di Bologna e sull'Italicus.
E allora qual’è la verità? La dottoressa Camelio non ha dubbi, l’unica verità che può e deve avere effetti concreti sull’ordine sociale è quella processuale. Tra l’altro questa verità dipende dai sistemi giuridici nei quali si incardinano i processi e quindi può avere un valore diverso da paese a paese. Sia chiaro, l’obiettivo è sempre quello di arrivare alla verità sostanziale, o almeno avvicinarsi ad essa, ma le strade per raggiungerla possono essere diverse. Il sistema italiano, ad esempio, è basato sul processo orale, sul dibattimento, quello francese invece è di tipo inquisitorio e si basa principalmente su documenti e fatti documentati.
Ad ogni modo il processo è ovunque l’atto finale di un procedimento penale. Quest’ultimo ha subito importanti modifiche negli ultimi anni, aprendosi sempre più a una giustizia negoziata (es. il patteggiamento) che oltre a ridurre la durata dei processi è funzionale al ristoro delle parti offese in tempi ragionevoli.
Ci si chiede spesso se il giudizio, in particolare se di un solo giudicante, come nel rito abbreviato, può essere influenzato dall’opinione pubblica. In realtà il magistrato ha come obiettivo la ricerca del sapere certo, della “conoscenza scientifica”, l’epistème che i greci contrapponevano alla dòxa cioè all’’opinione, del singolo o di molti. Quest’ultima può essere oggi effettivamente influenzata dai media. Per i magistrati invece vige un sistema di protezione contro le pressioni mediatiche, le cui linee guida sono dettate dal CSM, a partire dal modo di interfacciarsi con media e le “notizie” che è possibile fornire alla stampa.
Sul punto è il caso di precisare che il divieto di divulgazione di atti giudiziari ancora coperti da segreto istruttorio riguarda i magistrati e non i giornalisti.
In conclusione, in particolare le istituzioni, devono accettare le verità processuali, e prescindere dall’opinione pubblica.
IL PROFESSOR CRISTIAN TOMASETTI DIVENTA SOCIO ONORARIO DEL ROTARY CLUB DI GORIZIA
Gorizia, 15 marzo 2018
Dal 15 marzo 2018 il Rotary annovera tra i suoi esponenti il professor Cristian Tomasetti, professore Associato della Johns Hopkins University, membro del team di ricercatori che ha messo a punto lo studio - che ha avuto grande risonanza nel mondo oltre che nella comunità scientifica - per la diagnosi precoce di otto tipi di tumori attraverso un semplice test del sangue.
L’onore di tenere a battesimo la prestigiosa adesione è toccato al Rotary Club di Gorizia, città natale del professor Tomasetti e dove è anche iniziato il suo intenso e proficuo percorso di formazione con la maturità conseguita presso il Liceo Scientifico Duca D’Aosta. Poi, la laurea in Economia e Commercio a Trieste, i corsi di Economia Internazionale a Ginevra, il Master in Economia Finanziaria presso la California Polytechnic University, il Master A. in Matematica Pura alla University of Maryland, il PH.D in Matematica Appilcata ancora alla University of Maryland, l’esperienza di ricercatore post-doc presso la Harvard University e infine la nomina a Professore Associato presso la Johns Hopkins University- Dipartimento di Oncologia, Johns Hopkins School of Medicine & Dipartimento Biostatistica.
Autore di numerose pubblicazioni, molte come prima firma, apparse sulle più autorevoli riviste scientifiche internazionali, il professor Tomasetti, nel ricevere il distintivo come socio onorario del Club, ha avuto parole di apprezzamento per l’opera del Rotary, di cui condivide da sempre la filosofia di servizio e ha aggiunto “non posso nascondere a voi e a me stesso che la sensazione di pienezza provata al termine di un service organizzato con altri colleghi è stata più intensa di quella provata al raggiungimento delle varie tappe della mia carriera”.
http://science.sciencemag.org/content/early/2018/01/17/science.aar3247)
LE DIFFICOLTA’ COME FONTE DI OPPORTUNITÀ’ PER I GIOVANI
Gorizia, 13 marzo 2018
La relazione dell’ing. Carlo Borrello si è conclusa con un messaggio di fiducia rivolto ai giovani; la stessa fiducia che lo ha spinto, giovane laureato, ad abbandonare un impiego mal retribuito e poco soddisfacente per tentare la via dell’impresa. Una via rischiosa, certo, ma che può dare grandi soddisfazioni in particolare a chi la intraprende con passione per le cose che intende realizzare. Nasce nel dicembre del 2011 la Ermetris srl, con la partecipazione ad un bando regionale per la costituzione di start-up nel settore tecnico scientifico. I fondi messi a disposizione, circa 90.000 euro, e la struttura del BIC esistente presso l’autoporto di Gorizia, sono risultati essenziali per avviare la produzione di sistemi elettronici di comunicazione per vagoni ferroviari ed altri mezzi di trasporto pubblici e privati.
La scelta del prodotto ha avuto un’ importanza fondamentale per il successo dell’iniziativa. Non la sperimentazione puramente teorica, ma la produzione di sistemi che potessero avere subito un mercato, ancorché di nicchia, anzi soprattutto di nicchia. In tal caso, infatti, la neonata azienda, date le ridotte dimensioni, ha avuto la possibilità di dedicarsi con profitto alla messa a punto e alla commercializzazione di prodotti in piccole quantità ma ad alta specializzazione e personalizzazione. La Ermetris fornisce oggi molti dei sistemi di comunicazione (display, comunicazioni vocali ecc.) che possiamo vedere sui vagoni dei nostri treni regionali e nazionali o sulle tranvie di parecchie città italiane ed europee. Tra i clienti troviamo società del calibro di Trenitalia, della Alstom, di Bombardier.
Un utile suggerimento che l’ing. Borrello si è sentito in dovere di dare ai giovani che intendano realizzarsi attraverso un’attività autonoma è quello di prestare la massima attenzione alle agevolazioni e ai contributi che di norma elargiscono a sostegno della piccola imprenditoria le Camere di Commercio, la Regione o i Comuni. La Ermetris, ad esempio, ha oggi una propria sede più che adeguata a Straccis, dove ha rilevato in asta un capannone dismesso di proprietà del Comune, poi opportunamente ristrutturato.
Quello che abbiamo apprezzato nel giovane imprenditore Borrello è l’impostazione etica della sua attività. Il successo della sua iniziativa lo spinge già a voler restituire al territorio ciò che il territorio gli ha finora dato. Partendo dalla constatazione che oggi è diventato particolarmente difficoltoso reperire mano d’opera specializzata per sostenere la possibile espansione della propria impresa, ha avviato alcuni progetti di alternanza scuola-lavoro in collaborazione con l’ITS Galilei di Gorizia e con l’ITT Marconi di Monfalcone. La Ermetris Academy offre così ogni anno a cinque giovani l’opportunità di approcciarsi alla concreta dimensione del lavoro cui potrebbero aspirare una volta diplomati. E, come testimoniato, molti di loro chiedono poi di poter trascorrere in fabbrica l’intera estate, quando sono liberi dagli impegni scolastici. Il valore aggiunto di queste esperienze consiste nella possibilità di agganciare le effettive esigenze di forza lavoro specializzata proveniente dalle imprese dove la rapida evoluzione delle tecnologie viene recepita molto più velocemente che nei programmi scolastici, colmando quindi il gap altrimenti irrisolvibile a livello territoriale tra qualità della domanda di lavoro e qualità dell’offerta.
Un’ultima osservazione: considerata la diversa velocità di reazione alle innovazioni tecnologiche forse è più produttivo, anche per l’ente pubblico, investire in formazione presso le imprese piuttosto che nella scuola.
RIFLESSIONI SUI GIOVANI DAVANTI ALLA GIUSTIZIA: RISPETTO, DEVIANZA O DELINQUENZA; COME E PERCHE'
Gorizia, 16 gennaio 2018
Ci piace cominciare con questo commento della dott.ssa Chiara Gatta sulla conferenza dell’avvocato Corrado Pagano lasciato sulla pagina facebook del nostro sito:
“Rispetto è una parola cruciale al giorno d'oggi più che mai: rispetto della legge, ma anche delle regole e quindi degli altri.
Si fa un gran parlare del rapporto dei giovani con il senso civico, dell'approccio alle istituzioni.
Momenti come quello di questo pomeriggio sono dunque importantissimi per confrontarsi e portare il tema al centro del dibattito.
Grazie al Rotary Club Gorizia per l'invito.”
Proveremo ora a compendiare l’interessantissima conferenza dell’avvocato Corrado Pagano, penalista genovese di chiara fama, con specifica esperienza in tema di problematiche giudiziarie riguardanti i minori, sapendo di non poter rappresentare la verve e la passione del relatore che hanno conquistato il numeroso pubblico.
“I recenti episodi di delinquenza giovanile registrati in particolare nell’area campana hanno acuito la percezione che si ha del fenomeno. In realtà, se si guarda al puro dato statistico, il fenomeno è oggettivamente contenuto ed è meno diffuso che nei paesi del nord-Europa. Va però tenuto conto che, almeno da noi, si stima che soltanto il 10% degli episodi viene denunciato.
Resta il fatto che ogni episodio è destinato a suscitare una reazione forte nella società, a causa delle numerose persone e istituzioni sociali coinvolte, ciascuna con il proprio profilo di problematicità: le vittime, gli autori, le rispettive famiglie, la scuola, le autorità deputate al mantenimento dell’ordine pubblico, la magistratura ecc.
Volendosi limitare a indagare il contesto nel quale matura la cultura della deviazione giovanile, bisogna soffermarsi in primo luogo sulla situazione familiare, come suggerisce l’esperienza processuale pluridecennale del relatore. Per semplificare ci si può riferire a tre tipi di ambiti familiari, che potremmo definire:
a) normali, con genitori professionalmente attivi e situazione finanziaria e affettiva non problematica;
b) anomali, con genitori affettivamente instabili o con situazioni finanziarie compromesse;
c) con membri dediti all’uso e allo spaccio di droghe o alla criminalità organizzata.
In una famiglia normale i giovani vengono educati al rispetto di regole e al rispetto per gli altri. Eppure non sono rari i casi di devianza, talvolta anche gravi. La causa va ricercata in una scarsa attenzione da parte dei genitori, e in un senso di inadeguatezza sviluppato in maniera silente da parte dei giovani devianti che cercano alla fine il riscatto attraverso azioni clamorose o dimostrative.
LE RUOTE DI NATALE
Gorizia, 15 dicembre 2017
Le Ruote di Natale, girando in sincrono, hanno reso possibile che dodici meravigliose piccole stelle potessero splendere tutte insieme sul palco del teatro Verdi e dare vita ad uno spettacolo di altissima qualità, apprezzatissimo dal numeroso pubblico.
Chi ha raccolto l'invito di partecipazione alla manifestazione ha potuto constatare che Gorizia può trovare nei suoi giovani gli spunti per superare la crisi e tornare a guardare con fiducia al futuro. Basta crederci, e fare o dare quel tanto che basta a far germogliare i piccoli semi.
Il Rotary, consapevole che anche un piccolo gesto di fiducia può cambiare la vita di un individuo, si impegna anche attraverso questi canali per indurre cambiamenti duraturi nelle comunità in cui opera ed è perciò vicino a tutti coloro che si prodigano per far crescere questi giovani talenti naturali e prepararli ad affrontare il futuro con determinazione e fiducia.
Tornando ai nostri dodici splendidi giovani - sapientemente selezionati dalle varie scuole d’arte che hanno partecipato all’iniziativa e sapientemente coordinati dal maestro Giorgio Magnarin - credo sia impossibile stilare una graduatoria di merito. Tutti hanno dato il massimo. E che massimo. Ha invece senso ricordarli tutti, nell'ordine in cui si sono presentati al pubblico entusiasta:
Michela Sbuelz, Giada Cecconi, Michela Giovanetti, Elisa Trangoni, Giacomo Spessot, Ambra Mazzariol, Sara Gornič, Lorenzo Ossola, Luca Marchi, Gianmarco Grasso, Lorenzo Tomada e Jacopo Feresin.
L’IMPRESA DI FARE IMPRESA A GORIZIA
Gorizia, 10 ottobre 2017
Si è tenuta il 10 ottobre, nella la sala della Torre della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, la conferenza del dottor Alessandro Vescovini sull'impegnativo tema del fare impresa a Gorizia, declinato criticamente in "L'impresa di fare impresa a Gorizia". Il dito puntato su una serie di problemi che pongono la provincia isontina in una posizione ancora più delicata di quella registrata per l'Italia dalla World Bank nella classifica annuale Doing Business (50' posto su 190, tra i paesi ad economia avanzata). (vedi scheda) (link WB DB)
I saluti di rito e poi “mi chiamo Alessandro Vescovini, sono un imprenditore” una breve pausa e riprende “non lo dico per vantarmene, ancorché sia orgoglioso di esserlo, ma perché sono consapevole che in provincia di Gorizia la figura dell’imprenditore puro è rara“.
Troppo rara per poter dare una svolta significativa ad una economia che fatica più che altrove ad uscire dal lungo tunnel della crisi. La causa di questa anomalia nel paese delle mille piccole imprese va ricercata nella storica presenza preponderante dell’industria pubblica in metà del territorio e di numerose istituzioni pubbliche, spesso erogatrici di fondi (pubblici), a sostenere l’altra metà. Un simile ambiente ha evidentemente trascurato l’urgenza di sostenere la nascita e la crescita di nuove imprese, creatrici di posti di lavoro e perciò portatrici di un benessere diffuso. E oggi che lo Stato sta arretrando ovunque, Gorizia e la sua provincia ne risentono pesantemente.
Percorrendo la propria storia imprenditoriale, Vescovini ha posto l’enfasi sugli ostacoli burocratici e culturali che lui e il suo gruppo hanno dovuto superare negli oltre venti anni di attività in territorio goriziano. Una storia di successo, nonostante tutto (iniziata alla fine degli anni ’80 con l’acquisizione della SBE, uno stabilimento che occupava 180 dipendenti e che oggi ne conta 500 in Regione, senza contare quelli che operano nelle unità produttive operanti a Milano, Torino, Tolmezzo, in Serbia, Russia e USA oltre che nella sede storica di Reggio Emilia), ma anche una storia di sfide continue superate grazie ad almeno due peculiari caratteristiche imprenditoriali: la capacità di innovare e l’ininfluente necessità di ricorrere a finanziamenti esterni che hanno messo il gruppo al riparo dai principali fattori di crisi delle imprese goriziane nell’ultimo decennio (scarsa competitività e credit-crunch in presenza di scarsa capitalizzazione).
Alta l’attenzione anche alle problematiche ambientali e alle opportunità per i giovani. Per le prime:“ Abbiamo preso una fabbrica vecchia, con chiazze d'olio ovunque (puzzava, proprio così: puzzava di olio e di ferro) e oggi ne abbiamo una ad emissioni zero. Ricicliamo tutto, e già nel 2007 sono stato il primo in regione a costruire un grande impianto fotovoltaico. Non siamo stati agevolati in questo, tutt’altro; e comunque accolti dallo scetticismo di tutti. Poi si è visto che avevamo ragione e oggi molte imprese vi hanno fatto ricorso.”
Per quanto riguarda l’inserimento dei giovani ha sottolineato la consolidata disponibilità dell’azienda ad accogliere stagisti e apprendisti, ma ha lamentato che troppo spesso non trovano copertura significative posizioni specializzate all’interno dello stabilimento. Ciò è dovuto al ritardo della programmazione scolastica rispetto alle esigenze in rapida evoluzione delle imprese, ma anche ad un ormai diffuso abito culturale che spinge a snobbare il lavoro in fabbrica anche se di alta o altissima specializzazione “ semplicemente perché non è considerato prestigioso. Così diventeremo tutti umanisti, ma non ci sarà più lavoro».
Molto critico il giudizio sulla gestione del Fondo Gorizia, troppo spesso utilizzato per sovvenzionare istituzioni o manifestazioni private anziché sostenere le imprese, scopo per il quale è stato creato. Sarebbe auspicabile invece indirizzare le risorse residuali (rispetto all’obiettivo principale) al sostegno delle start-up - ha detto - perché “il miracolo di uno che ha idee va aiutato”. Tale posizione è stata particolarmente apprezzata dai giovani presenti in sala, ben rappresentati da Gregor Cernic, un socio del Rotaract Club di Gorizia, animatore della start-up QUETZZ per la quale ha lamentato difficoltà non solo a reperire finanziamenti ma anche ad avere supporto adeguato dalle istituzioni e in particolare dall’Università.
Infine, un breve cenno al problema immigrazione, fenomeno che se gestito correttamente potrebbe aiutare a riequilibrare il divario tra entrata e uscita di “cervelli” dall’Italia invece di aggiungere nuovi problemi ai tanti oggi irrisolti.
L'esposizionea del dr. Vescovini era stata preceduta dal saluto del Presidente della Fondazione Ca.Ri.Go., dr.ssa Roberta Demartin, e da un breve intervento dell’assessore monfalconese Ciro Del Pizzo.
INTERCLUB DELLA VENEZIA GIULIA - IN ATTESA DELLA BARCOLANA
Grande successo alla serata tra i cinque Rotary della Venezia Giulia con ospite il prof. Mitja Gialuz, Presidente della Società Velica Barcola Grignano, che ha intrattenuto oltre 200 rotariani sul tema "La Barcolana 2017: una sfida per Trieste". I club Trieste, Trieste Nord, Muggia, Monfalcone-Grado e Gorizia, sono sempre più coesi nel progettare service in ambito extraterritoriale, ma anche in eventi di grande significato dell'area giuliano-isontina.
I cinque Club Rotary giuliani (Trieste, Trieste Nord, Muggia, Gorizia e Monfalcone-Grado) si sono incontrati il 26 settembre 2017 al Savoia Palace di Trieste, per rinnovare il senso di amicizia che lega da sempre i sodalizi e per rendere omaggio alla città di Trieste, che si appresta a vivere la 49' edizione della BARCOLANA. Di grande interesse la relazione del prof. Mitja Gialuz, Presidente della Società Velica Barcola Grignano, che ha sottolineato il grande successo mediatico e i relativi ritorni suscitati da questa manifestazione, unica al mondo, che attrae e appassiona tutta una città e il mondo della vela internazionale. Anche quest'anno oltre 2.000 scafi si allineeranno sulla linea di partenza per una regata competitiva, ma anche no. Perché la barcolana è una festa, la festa del mare e dei triestini, del loro destino inestricabile, un incontro d'amore. Arrivare primi è importante, ma esserci significa già aver vinto perché si rinnova il vincolo con l'amato mare.
La Barcolana è anche un impegno formidabile per una macchina organizzativa ormai rodata e che dà sempre ottimi risultati. Nei dieci giorni che Trieste dedica al suo mare (dal 29 settembre all'8 ottobre) vedranno la luce oltre 380 manifestazioni in 77 posti diversi della città. Molte decine di migliaia di visitatori troveranno ovunque un'accoglienza calda e raffinata.
A sottolineare il rilievo raggiunto dalla manifestazione per l'immagine e l'economia di Trieste è arrivato quest'anno anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio.
(clicca sulla foto della sala per altre immagini)