LA TUTELA DELLE FASCE DEBOLI
Gorizia, 27 novembre 2018
Il tema della sicurezza dei cittadini è di grande attualità. Proprio in questi giorni stanno per essere emanate norme che in teoria dovrebbero accrescere il senso di sicurezza percepito dalle persone comuni, sia per quanto riguarda la prevenzione, sia per quel che concerne la repressione. Ancorché molto controverse, vanno in questa direzione anche le attenuazioni dei limiti alla legittima difesa. Segno che negli ultimi anni il tema della sicurezza è diventato di primario interesse per una parte preponderante della società civile.
Senza entrare nel merito dell’opportunità di certe scelte, aventi indubbiamente anche valenza politica, il Comandante della Compagnia Carabinieri di Gorizia, Maggiore Andrea Missio ha tenuto ieri sera - nell’ambito del ciclo di conferenze pubbliche organizzate dal Rotary Club di Gorizia presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia - una relazione sulla “Tutela delle fasce deboli”.
Lasciando da parte le problematiche connesse con l’azione della criminalità organizzata e della corruzione, troppo complesse per essere affrontate in una breve conversazione, il Maggiore Missio si è soffermato su due categorie di reati “minori” che, pur non mettendo a repentaglio la vita delle persone, a causa del loro effettivo aumento statisticamente rilevato, hanno fatto crescere in maniera significativa lo stato di apprensione della gente.
Si tratta del fenomeno subdolo dei furti e delle truffe.
In realtà a Gorizia la situazione è meno allarmante di quanto non venga percepito. In tutta la provincia nel primo semestre di quest’anno sono stati denunciati circa 700 furti, contro i 6.600 rilevati in provincia di Venezia e i 23.000 circa di quella di Napoli. Indubbiamente influisce la maggior presenza di forze dell’ordine per la specificità frontaliera del territorio (qui il rapporto Forze dell’Ordine/popolazione è di 1 a 600, contro 1 a 900 della media italiana).
Impressionante invece la casistica delle truffe che il Comandante ha volutamente presentato in gran numero per illustrarne le molteplici e sempre nuove modalità di esecuzione, ma soprattutto per mettere in evidenza il comportamento imprudente del truffato che quasi si fa complice del truffatore, nel senso che ne facilita inconsapevolmente l’azione criminosa. Cosa che accade talvolta anche per i furti negli appartamenti, perpetrati spesso in pieno giorno e con i proprietari in casa.
In chiusura, il Maggiore Missio ha commentato l’articolo 52 del codice penale sulla legittima difesa:
“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.
soffermandosi sulle caratteristiche fondamentali giustificative della commissione di un fatto tipico criminoso e cioè: la necessità cogente di salvataggio di un determinato bene o interesse, la presenza di un pericolo attuale, la proporzionalità della reazione rispetto all’offesa.
Il monito è stato che trascurare questi presupposti tutelati dalla legge come giustificativi della reazione (alternatività tra il salvataggio di un bene in pericolo e il sacrificio di un altro) può esporre al grave rischio di commettere a nostra volta un reato perseguibile.
Al termine della serata il Comandante ha fatto dono a tutti i presenti di un utile vademecum sulle più comuni tipologie di truffe, documento che è possibile ritirare presso tutte le stazioni dei Carabinieri.